“Come oggi c’è la
pubblicità a quel tempo c’era l’Intermezzo”.
Giacomo Boncompagni, primo duca, e
la marchesa Costanza Sforza a Isola del Liri. Nel 1659 Ugo Boncompagni finanziò
la rappresentazione di una tragedia. Ne è rimasto, come succedeva a quel tempo,
lo scenario. La tragedia era il “Ciro”, da Ciro il grande”, ma che si conclude
con un “epilogo felice”, dice, a Sora, il capo della Polizia locale di Veroli e
dottore di ricerca in Storia del teatro moderno e contemporaneo a Napoli,
Vincenzo Ruggero Perrino.
Poco dopo, nel 1660, sempre alla corte dei
Boncompagni, in onore degli sposi fu rappresentato una seconda opera; il
“Costantino” durante una festa di carnevale. Durante lo sposalizio della figlia
dei Boncompagni. A Isola del Liri, nel castello, ci furono le due
rappresentazioni con i fiumi Liri, Fibreno e Tevere.
Vincenzo Ruggero Perrino è
tornato a Sora per parlare degli spettacoli a corte nel Seicento e dell’esempio
di Isola di Sora ma l’invito del Centro di Studi “V. Patriarca” è quello di
continuare a studiare il teatro di scena a Isola. Notizie sullo spettacolo
nell’alto medioevo sono su: www.senecio.it
Nessun commento:
Posta un commento