La pallavolo genera una grande passione
e alle volte le vere emozioni che si provano vivendola è giusto raccontarle.
Per la prima volta degli appassionati
della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora hanno organizzato un pullman per
seguire in trasferta la propria squadra e accanto a quel gruppetto di
fedelissimi che da decenni sostiene la società, tanti nuovi giovani che
cominciano a credere in questo sport e soprattutto in questo team.
La sera stessa della gara Ortona vs Sora
nella posta dell’Ufficio Stampa Argos Volley è arrivata una mail diversa da
tutte quelle ricevute. La squadra non era ancora rincasata dalla trasferta e
c’era già qualcuno che per elaborare l’emozione e la gioia ha dovuto scriverne.
“Era tanto che aspettavo questo momento,
vedere la squadra che amo in trasferta. Non lo avevo mai fatto.
Un giorno, mentre scorrevo alcune pagine
su internet, leggo “… ci stiamo adoperando per organizzare al meglio la
trasferta di Ortona per domenica 14 Dicembre…” e penso, “Wow! Potrebbe essere
la mia occasione, quella che sogno da tanto”.
Decido allora che sì, doveva essere
proprio quella la mia prima trasferta. La squadra aveva bisogno dei suoi tifosi
per una gara importante e io volevo esserci. Allora ho parlato con i miei
genitori, gli ho spiegato quanto fosse importante per me e tutto il desiderio
che avevo di realizzare quel piccolo sogno. Volevo sostenere la mia squadra,
incitare i miei atleti preferiti, cercare di dar loro con la mia voce un motivo
in più per portare a casa punti importantissimi provando anche a rendergli
quella voglia di tornare ogni domenica a vederli che loro trasmettono a me
regalandomi sempre nuove emozioni, ogni volta più intense.
Quindi mi informo, mi organizzo nel
minor tempo possibile e parto con le mie amiche assieme a un gruppo di gente
magnifica accomunata dalla stessa voglia e la stessa passione.
Il count down andava avanti e il giorno
tanto atteso si avvicinava. Meno tre, meno due, meno uno, ed ecco… finalmente
domenica 14 è arrivata! Non stavo più nella pelle, sapevo che nel mio piccolo
avrei dovuto dare il meglio di me per quella partita che valeva e significava
tanto per tutti, tifosi, giocatori, staff, nessuno escluso.
Il viaggio d’andata sembrava
interminabile e solo una volta arrivata a Ortona ho realizzato che era tutto
vero. Varco la soglia del palazzetto e dentro di me divampa un fuoco, sentivo
che stavo per piangere, per commuovermi.
Una volta seduta mi sono guardata
intorno, difficile realizzare ma poi… ero pronta.
Pronta a sostenere la mia squadra,
quella con più voglia di mostrare il suo vero carattere tirando fuori il suo
orgoglio personale e anche quello di noi tifosi che eravamo lì a sostenerla.
Con noi abbiamo portato tamburi,
bandiere, tanta voce e tutto ciò che avrebbe potuto aiutarci a portare a
termine il nostro compito. Era tutto pronto davvero, mancavano solo loro, ed
eccoli. I ragazzi entrano in campo per il riscaldamento e per noi arriva il
momento di iniziare a mettere in campo la nostra parte perchè la squadra andava
incitata e sostenuta.
Mi sembrava che i giocatori ci
guardassero e sorridessero, o forse era proprio così perché sapevano quel che
noi volevamo da loro, e viceversa noi sapevamo di cosa avessero bisogno. Noi
con loro, loro con noi.
Dopo un tempo infinito durante il quale
il mio corpo era preso a tifare e la mia mente a sognare e viaggiare in luoghi
poi raggiunti davvero, lo starting six fa il suo ingresso in campo. Non
riuscivo a stare seduta, mi agitavo, urlavo, incitavo i ragazzi. Era il momento
di farmi sentire e non potevo di certo tirarmi indietro.
Tra la paura di come andrà a finire e la
realtà di un bel gioco vincente subito messo in campo, il primo parziale era
ormai nostro. Tutta carica positiva per noi sugli spalti nonostante il secondo
set ci fosse scivolato tra le mani, ma non dovevamo mollare, era nostro obbligo
dare il doppio anzi il triplo di quanto non stessimo già dando.
La carica la faceva da padrona su di noi
e sui nostri giocatori, i tre punti potevano e dovevano essere nostri, la testa
della classifica ci aspettava. Così le due squadre sorane nel palazzetto di
Ortona, quella in campo e quella in tribuna, hanno continuato a fare ognuno il
loro dovere.
Fiore e compagni mettevano giù palloni
su palloni, il numero sul tabellone cresceva sempre di più a nostro favore e
noi non ci stancavamo mai di esultare.
All’appello mancava solamente il punto
che decretasse la fine del match e noi non stavamo più nella pelle, eravamo lì
in piedi a spingere a terra quel pallone con le nostre urla. Dentro di me c’era
un tripudio di emozioni, l’ansia si trasformava in gioia, felicità e orgoglio
andavano a braccetto nei confronti della squadra che stava dando tutto quello
che poteva e lo stava facendo nel migliore dei modi. Capitan Fabroni serve
Matteo Sperandio e in un attimo la tensione lascia spazio all’urlo liberatorio.
La partita era nostra e anche la vetta della classifica. La squadra correva in
campo e noi non potevamo altro che urlare “NOI SIAMO LA CAPOLISTA!!!”.
Ebbene sì, avevamo vinto, il primo posto
in classifica era diventato nostro e io avevo un nodo alla gola. Non facevo
altro che urlare, volevo piangere, piangere di gioia, orgogliosa di una squadra
che aveva lottato per noi, perché io la vedo così.
I ragazzi assieme ai Coach Soli e
Colucci sono venuti sotto gli spalti ad applaudirci in segno di ringraziamento,
ma eravamo noi a dover ringraziare loro per questa gioia immensa. Non
riuscivamo a smettere di cantare per loro, avremmo continuato ancora e ancora.
Meritavano la vittoria e l’hanno dimostrato per l’ennesima volta.
La partita era finita, i tre punti erano
nostri e i ragazzi erano pronti a tornare a casa e forse a festeggiare, chissà.
Nella mia mente continuavano a tornare immagini della partita anche mentre
eravamo sul pullman di rientro a Sora, col cuore pieno di gioia e di orgoglio
nei confronti di una società e soprattutto di una squadra che ci fa sognare e
che sappiamo continuerà a farlo.
Questa pallavolo mi piace proprio!
Brescia è un po’ lontana ma il 26 dicembre sarà ancora nell’unico posto dove
devo e voglio essere, al PalaGlobo accanto alla mia Globo Banca Popolare del
Frusinate Sora”.
Con affetto
Roberta Velocci
·
Sora
16 dicembre 2014. Carla De Caris - Responsabile Uff. Stampa Globo Banca
Popolare del Frusinate Sora.
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