Il battesimo del piccolo Giovanni Afolabi. Sora: Italia - Nigeria, unica squadra di vita cristiana.
di Gianni Fabrizio *
Giovanni Afolabi, il piccolo nigeriano nato a Sora lo scorso novembre, ha ricevuto domenica 19 febbraio, il dono del Battesimo in un contesto particolare, come particolare è la sua storia. Figlio di una coppia di profughi arrivati qui dalla Libia da qualche mese, con le tante, troppe migliaia di disperati in cerca di libertà, pane e dignità, è stato accolto a Sora con i suoi genitori in una casa messa a disposizione dalla “Protezione Civile”. Non ha la festa e il sole della sua Nigeria, i volti di amici e parenti, le danze e i canti del suo Paese a cullare la sua vita che da ieri è vita in Cristo, ma appunto, in questa occasione si manifesta con ancora più forza quello che il Battesimo significa e produce: l’innesto in Cristo, nella sua famiglia, la Chiesa, che non conosce barriere di lingua, popolo nazione, cultura.
Alla celebrazione del Battesimo, presso il Centro Pastorale “San Luca” a Sora, in Via Conte Canofari, il 19 febbraio pomeriggio, non ha voluto mancare, l’arcivescovo mons. Filippo Iannone, nominato Vice Gerente della diocesi di Roma ed attualmente nostro Amministratore Apostolico. Hanno concelebrato con lui anche mons. Antonio Lecce e don Toma Akuino Teofilo.
A far festa l’assemblea di tanti volontari, amici della Caritas Migrantes, l’Azione Cattolica, bambini della ludoteca e qualche amico africano, compresa una mediatrice culturale, venuta apposta da Pofi, perché i genitori di Afolabi non conoscono ancora la lingua italiana.
L’arcivescovo, nel corso dell’omelia, ha sottolineato l’ importanza di riflettere sul nostro Battesimo, sulla coerenza con la quale viviamo il Battesimo ricevuto in dono. Un dono che ci fa esseri liberi, figli di Dio, in una vita di libertà.
“Dal momento che Dio è amore, ha rilevato mons. Filippo Iannone, la vita cristiana è vita di amore, in ogni istante. Questa vita che riceviamo con il Battesimo deve essere perciò vita di amore, ogni giorno: vita di accoglienza, comprensione, solidarietà, condivisione, abbattimento delle barriere, per cui non esistono divisioni fra nazionalità, razze, colori, perché condividiamo la stessa vita, che tutti abbiamo ricevuto dall’Amore che è Dio”.
Quando rinneghiamo il nostro Battesimo, è allora che ci dividiamo, soffocando l’amore, la comprensione, la capacità di perdono.
L’armonia che sperimentiamo nell’amore è ”l’abc” della vita cristiana. Il DNA della vita nello Spirito è amore, comunione, solidarietà, e questo deve essere manifestato non solo in un gesto ogni tanto ma attraverso uno stile, che manifesta questa vita cristiana.
Ci auguriamo, ha concluso mons. Filippo Iannone, di poter essere tutti per il piccolo Afolabi, insieme con la sua famiglia, testimoni dell’amore nel mondo, perché lui, e tutti i piccoli nuovi figli di Dio possano imparare a vivere quello che abbiamo ricevuto”. È pure seguito un momento di fraterna amicizia fra i presenti. Ma la vera festa è stata rappresentata da quelle gocce d’acqua benedetta cadute sul viso di Giovanni Afolabi, ora cristiano e sorano a tutti gli effetti.
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