All’Ospedale Civile “SS. Trinità” di Sora dal 31 dicembre è terminata la preziosa presenza delle Suore della Carità. Sono andate in congedo anche le ultime due, Suor Assunta Caterino e Suor M. Emilia Piantadosi
di Gianni Fabrizio
Con la partenza delle ultime due “Suore della Carità”, scompare un’altra eccellenza del “SS. Trinità” di Sora. La notizia è di quelle che non avremmo mai voluto dare. Ma appena conosciuta, parlando con Italo Piantadosi, è stato doveroso renderla pubblica. Soprattutto per esprimere, anzi per “gridare” forte il nostro ”grazie”, anche se unito ad un giustificato rammarico. Un evento così, non poteva passare inosservato.
Allora dal 31 dicembre scorso, è cessato ufficialmente il servizio delle “Suore della Carità” presso l’Ospedale Civile “SS. Trinità” di Sora. Purtroppo un altro segmento della storia di Sora va in congedo definitivamente. Sono state, le suore, una presenza ed una testimonianza lunghe ben 142 anni. Un impegno ed un significativo apostolato, il loro, densi di contenuti unici, non solo sanitari, ma anche professionali, umani e di grande valore sociale. Le “Suore della Carità” di S. Giovanna Antida, dunque, in punta di piedi, hanno lasciato per sempre il nostro nosocomio. Hanno seguito, in obbedienza, le consorelle “sorane” del Lungoliri Simoncelli. Dal 31 dicembre 2011, quindi, questa assenza si farà sentire. Era una presenza che “ha scritto”, con un inchiostro indelebile, anni ed anni di servizio impagabile. Quelle suore sono state protagoniste vere, nella più assoluta umiltà, di tanti gesti indimenticabili. In ogni momento attive, disponibili ed infaticabili, prima nella vecchia sede dell’Ospedale in Via Piemonte, poi nella nuova struttura sulla collina di Via S. Marciano, contribuendo ad alleviare tante sofferenze.
Le “Suore della Carità”, dopo 142 anni di continua e solida presenza al “SS. Trinità” di Sora hanno sicuramente lasciato il loro servizio con grande sofferenza e nostalgia, ma stiano sicure di una certezza: hanno seminato memorie, amore, dedizione, amicizia, fiducia, sostegno, solidarietà e speranza. Fin dall’inizio hanno saputo lavorare, nel vastissimo campo sanitario, con sensibilità, attenzione, cuore, intelligenza ed altruismo. Ce lo conferma suor Caterina Di Antonio, attualmente superiora della comunità delle “Suore della Carità” di Isola Liri, con alcuni cenni storici: “Era il lontano 21 febbraio 1869, esattamente 142 anni fa, quando ci fu la richiesta di una suora ospedaliera, da parte della “Congrega della Carità”, alla Superiora Generale di Roma, suor Carolina Chambrot, per una presenza religiosa e caritativa presso l’Ospedale Civile di Sora. La Madre Generale rispose positivamente alla domanda e così ebbe inizio il lungo e generoso servizio nell’ospedale sorano. Nel corso degli anni le suore si sono sempre impegnate a collaborare con l’intero personale, con i colleghi, con gli infermieri, con i paramedici, con gli addetti amministrativi ed ai servizi vari, con i dirigenti e con i medici in un clima di reciproca stima, per costruire un ambiente familiare di aiuto, di solidarietà, di giustizia e di pace.
Le suore sono state sempre attente a rispondere, con rispetto, alle esigenze del malato, offrendo a tutti, quotidianamente, la loro disponibilità per aiutare gli infermi ad accettare la propria condizione. Ciò, ha continuato suor Caterina Di Antonio, dal 1869 al 2011, anno in cui la loro presenza termina con le ultime due sorelle, Suor Assunta Caterino, in qualità di caposala nel reparto di Ortopedia e Suor M. Emilia Piantadosi, come caposala nel reparto di Urologia.
Queste due suore, dopo aver svolto un prezioso e valido servizio per tanti anni, se ne sono andate in umile silenzio, senza pretendere nulla, se non il ricordo affettuoso e grato di quanti hanno vissuto insieme a loro la meravigliosa avventura del servizio ai fratelli ammalati e bisognosi di cura. Certamente, ha concluso suor Caterina Di Antonio, il loro ricordo, per la gente di Sora, rimarrà caro per sempre!”. Oggi suor Assunta Caterino e suor M. Emilia Piantadosi continuano a svolgere la loro attività ed assistenza a fianco delle consorelle di età avanzata, nella vicina sede di Arpino. Ma, crediamo, è sempre all’Ospedale di Sora che andrà il loro pensiero. Perchè tra quelle mura sono incisi, come sul marmo, i loro ricordi, ricchi di contenuti umani e cristiani.
Così pure vi sono impressi i visi e le mille storie di vita e di sofferenza di quanti, lì, esse hanno incontrato e curato negli spazi e negli ambienti di Via Piemonte prima e di Via S. Marciano dopo; nelle cappelline, nelle corsie, nelle camerette, nelle camerate, nelle sale operatorie, nelle infermerie. Ecco perchè è la nostra Città e l’intero territorio che devono dire sinceramente “grazie” alle indimenticabili suor Assunta Caterino e suor M. Emilia Piantadosi, ultime di una lunghissima lista di “sorelle”, ma adesso entrambe fedeli custodi di memorie e testimoni di un mondo e di una Sora che non ci sono più.
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