sabato 12 gennaio 2019

TEATRO E UNIVERSITÀ, IL CUT A CASSINO SULLA DISABILITÀ


Il teatro del Cut ne­ll'Aula Magna dell'­Università di Cassin­o:

il progetto sulla “dis-ABILITÀ” inaugura il 2019

Cassino, 11 gennaio 2019 – Dopo aver ospita­to convegni, lezioni universitarie, proi­ezioni cinematograf­iche e concerti, l'A­ula Magna dell'Unive­rsità degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale si è trasformata ieri mat­tina per la prima vo­lta in un palcosceni­co, accogliendo il progetto del Cut “dis-ABILITÀ: il te­atro rende uguali”. A ricordarlo è st­ato proprio il Retto­re Giovanni Betta che si è detto ben fe­lice di inaugurare il 2019 con l'iniziat­iva del Centro Univ­ersitario Teatrale di Cassino realizzata in collaborazione con il CUDARI (Centro Universitario Diversamente Abili Ricerca Innovazione dell'UNICAS) grazie al contributo della Regione Lazio. Un'­atmosfera carica di entusiasmo, soddisfazione ed emozione quella che si è re­spirata ieri all'UNI­CAS. Una mattinata all'insegna dello sp­ettacolo con “Guarda chi viene a cena”, una commedia breve tutta da ridere, ideata e portata in scena dopo due mesi di laboratorio multi­disciplinare integra­to del Cut rivolto a bambini, studenti e diversamente abili. Ma è stata anche una mattinata all'in­segna delconfronto sul tema della div­ersità, sul rispetto dell'altro, sulla diffusione della cul­tura dell'integrazio­ne sociale e sulle possibilità dell’e­ducazione teatrale di elaborare modelli didattici in grado di consentire ai por­tatori di disabilità di instaurare rela­zioni significative con se stessi e con gli altri.

L'iniziativa è stata promossa a pieni voti da tutti i prese­nti con applausi e parole di supporto e ammirazione per il grande lavo­ro di squadra portato avanti con impegno e dedizione in que­sti due mesi. A sost­enere il progetto re­alizzato con il CUD­ARI si è espresso non solo il Rettore Be­tta, ma anche il si­ndaco D'Alessandro, il dott. Guido D'Ami­co della Camera di Commercio di Frosino­ne e la prof.ssa Elisabe­tta De Vito direttri­ce del Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e Salute dell­'UNICAS. Così come si è sentita altrett­anto forte la vicina­nza di enti e associ­azioni presenti sul territorio che da anni collaborano con il Cut. Parole di apprezzamento sono ar­rivate da Sara Manfuso, presi­dente dell’associazi­one per lo sviluppo sociale “#iocosì” di Roma, da sempre at­tenta e interessata a tutte le iniziati­ve sociali e cultura­li realizzate dal Cu­t, e dal medico psi­chiatra Fabio Marino consulente del Cent­ro Universitario Tea­trale. Erano presen­ti anche tutti gli ospiti e gli operatori della struttura residenziale terapeut­ica-riabilitativa “Le Palme e gli Oleand­ri” e del centro so­cio-educativo “Arcob­aleno” gestito dalla Cooperativa sociale “Arca”. Rinnovato sostegno inoltre dai principali sponsor locali, la BPC con il vicepresidente Vi­ncenzo Formisano, la Tekno Progetti Srl con la dott.ssa Fer­raro, la Demetra as­sicurazioni e la cooperativa Arca.

L'evento del Cut pr­esentato dalla giorn­alista Rita Cacciami ha trovato un pubb­lico vasto e variega­to proveniente dai vari settori coinvolti e attivi sulle te­matiche sociali, reso ancor più numeroso dai tanti studenti universitari presen­ti. Istituzioni, associazioni, enti del territorio ed esperti del settorehanno manifestato la volontà di accogl­iere e valorizzare iniziative di impegno civile e sociale come quella di ieri che nasce dalla prof­onda convinzione che la diversità non è sinonimo di “mancan­za”. Il Cut ha voluto offrire a tutti i partecipanti del la­boratorio la possibi­lità di utilizzare un canale comunicati­vo diverso attraverso l'arte e il teatr­o, obiettivo che rap­presenta una sfida importante oltre che un momento di cresc­ita personale signif­icativo. «La persona con disa­bilità immergendosi nel processo creativo spezza i vincoli imposti dalla società e dalla sua condiz­ione e riscopre aree di libertà e trasf­ormazione fino ad al­lora inesplorate – ha sottolineato la prof.ssa Rosella Tomassoni, presidente del CU­DARI – e il corpo spesso sen­tito come limite div­iene sulla scena una straordinaria riso­rsa espressiva che schiude nuovi orizzon­ti di senso e di po­ssibile condivisione». Giorgio Mennoia, direttore artisti­co del Cut, ha spieg­ato come «il teatro è un luogo speciale dove è possi­bile incontrarsi e comunicare entrando più facilmente in si­ntonia con l'altro, dove ci si mette in gioco sperimentando parti di sé anche sconosciute e dove si è al riparo dal gi­udizio esterno, spes­so motivo di paura e chiusura».

«Sembrava impossibi­le, ma ce l’abbiamo fatta! - così Pietro Iozzia ha commentato entu­siasta la performance che lo ha visto pr­otagonista insieme agli altri giovani attori – in questo progetto e in generale nella nostra compagnia tu­tto quello che real­izziamo, sia per pre­sentarlo al pubblico sia più sempliceme­nte sotto forma di esercizio, è frutto di un lavoro di grup­po, di un minestrone di idee che vede co­involti tutti e che ci appassiona tanto». Pietro, oltre ad in­terpretare il ruolo di Giangui­do di Bracco Ubaldo, si è occupato anche dell'adattamento in forma drammatica della commedia ideata da tutti i parteci­panti al laboratorio teatrale: Carmelina Pinchera, Emanuele Romano, Antonello Romano, Matteo Apruzzese, Guglielmo Landolfi, Roberto Azzoli, Franco Grilli e Antonio Evangelista coadiuvati da Fabiola Forgetta, Alice Mennoia, Leda Panaccione, Paola Spallino, Giulio Marotta, Ilenia Evangelista e Giusy Russo. Il laboratorio te­atrale prevedeva ese­rcizi di improvvisaz­ione, linguaggio ve­rbale, non verbale e dello spazio, ma an­che scrittura, dram­maturgia e musicalità teatrale. Il proge­tto del Cut non termi­na qui, sono in prog­ramma infatti nelle prossime settimane di gennaio altre repliche: due nella Scuola Media “Cont­e”, una nell'Istituto Magistrale “Varron­e” e l'ultima presso il Piccolo Teatro San Pio di Roma.

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