A ottocento anni dall’unione delle due abbaziePer commemorare la ricorrenza il 3 maggio 2022 si terrà, presso l’abbazia di San Domenico, la conferenza di padre Igino Vona “L’affiliazione di San Domenico di Sora a Casamari nell’ambito dei rapporti di Federico II con i cistercensi”. Interverrà anche il vescovo diocesano Gerardo Antonazzo Ottocento anni dall’unione dell’abbazia di San Domenico di Sora all’abbazia cistercense di Casamari
Il Comunicato stampa del Centro di Studi Sorani "Vincenzo Patriarca" di Sora
Si compiono nel mese di aprile gli ottocento anni dall’unione dell’abbazia sorana di San Domenico all’abbazia cistercense di Casamari: circostanza memorabile per la storia del nostro territorio, compreso tra Sora, Arpino, Isola del Liri e Veroli.
La presenza della millenaria abbazia è un costante richiamo di motivi storici, religiosi, spirituali, culturali, sociali, economici. Vi è sepolto e venerato san Domenico di Sora, il monaco benedettino originario di Foligno, che la fondò nel 1011 alla confluenza del Fibreno con il Liri sui resti della casa natale di Cicerone. Qualche anno dopo la sua morte avvenuta il 22 gennaio 1031, al suo successore, l’abate Giovanni, chiesero l’abito benedettino alcuni chierici di Veroli, che diedero vita alla comunità monastica di Casamari sulle rovine di Cereatae Marianae.
Questa filiazione si ribaltò nel 1222, quando Federico II e papa Onorio III incorporarono a quello di Casamari, già riformato secondo gli Statuti dell’Ordine cistercense, il monastero sorano di San Domenico, affinché rifiorisse a nuova vita. Dal canto suo Federico II a Veroli, nel mese di aprile, munì di bolla aurea l’atto con il quale disponeva di concederlo e donarlo, per quanto attiene alla potestà di giurisdizione, con tutti i suoi possedimenti, a quello di Casamari “la cui reputazione è celebre, il cui nome e la cui rettitudine di osservanza è dolce come un unguento versato, cosicché d’ora e per sempre questi due monasteri siano un solo corpo, un solo gregge e un solo pastore e l’abate di Casamari, pro tempore, disponga dell’uno e dell’altro e ordini secondo gli Statuti dell’ordine cistercense come di uno solo”.
Veniva così assecondato il desiderio di Onorio III, il quale il 1° giugno successivo, da Alatri emanò la bolla Custodes et cultores, per confermare con la sua autorità apostolica l’incorporazione e l’unione disposta dall’imperatore poco più di un mese prima, nei giorni in cui Federico e il papa erano convenuti a Veroli per trattare della spedizione in Terra Santa. All’origine dell’operazione c’erano ragioni politiche, economiche, morali molto complesse, con ripercussioni anche sulla disciplina monastica. E ci volle un ulteriore intervento papale, con una lettera dell’11 maggio 1223, perché il Capitolo generale dei Cistercensi accettasse senza replica il provvedimento con il quale Onorio III, “per il bene della Chiesa”, l’anno precedente aveva incorporato il monastero di San Domenico a quello di Casamari “così che d’ora in poi formino un unico corpo sotto il governo di un solo abate”.
Gli intrecci di così difficile materia sono stati oggetto di prolungati studi di Federico Farina e di Igino Vona, monaci di Casamari di provata esperienza storico-giuridica. La ricorrenza dell’ottavo centenario sarà occasione opportuna, anche attraverso nuove indagini filologiche della documentazione di riferimento, per approfondimenti critici del contesto politico e giurisdizionale di quegli anni, che hanno determinato la vita delle due comunità fino ai giorni nostri, senza trascurare la rilettura storica della spiritualità cistercense di matrice benedettina.
Gli intrecci di così difficile materia sono stati oggetto di prolungati studi di Federico Farina e di Igino Vona, monaci di Casamari di provata esperienza storico-giuridica. La ricorrenza dell’ottavo centenario sarà occasione opportuna, anche attraverso nuove indagini filologiche della documentazione di riferimento, per approfondimenti critici del contesto politico e giurisdizionale di quegli anni, che hanno determinato la vita delle due comunità fino ai giorni nostri, senza trascurare la rilettura storica della spiritualità cistercense di matrice benedettina.
Il Centro di Studi Sorani Vincenzo Patriarca, che ha la propria sede nel monastero di San Domenico, collaborerà, in coerenza con le sue specifiche finalità statutarie, affinché le iniziative che segneranno questo ottavo centenario (maggio 2022-maggio2023) contribuiscano a raggiungere l’ambizioso obiettivo.
Si inizierà il 3 maggio 2022, alle ore 17, nella Sala R. Courrier dell’abbazia di San Domenico, con una conferenza introduttiva di padre Igino Vona sul tema: “L’affiliazione di San Domenico di Sora a Casamari nell’ambito dei rapporti di Federico II con i cistercensi”. Domenica 8 maggio, ore 11, nella Basilica dell’abbazia sorana, una solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Dei successivi appuntamenti saranno fornite apposite comunicazioni e informazioni.
* Luigi Gulia Presidente del Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”.
Si inizierà il 3 maggio 2022, alle ore 17, nella Sala R. Courrier dell’abbazia di San Domenico, con una conferenza introduttiva di padre Igino Vona sul tema: “L’affiliazione di San Domenico di Sora a Casamari nell’ambito dei rapporti di Federico II con i cistercensi”. Domenica 8 maggio, ore 11, nella Basilica dell’abbazia sorana, una solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Dei successivi appuntamenti saranno fornite apposite comunicazioni e informazioni.
* Luigi Gulia Presidente del Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”.
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