venerdì 22 gennaio 2021

L'ASSALTO ALL'ABBAZIA CISTERCENSE DI CASAMARI DEL 22 GENNAIO 1861 IL DIBATTITO SI INFIAMMA

Dopo 160 anni dall'assalto di Casamari, dell'evento dell'oltraggio all’Abbazia di Casamari del 1861

L’Associazione Culturale ‘Le Tre Torri’, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Veroli, la Pro Loco e con l‘Ente dei Monti Ernici’, ha organizzato per venerdì 22 gennaio dalle ore 18.30, un evento in diretta online sulle pagine YouTube e Facebook dell'associazione che organizza.Lo storico Ferdinando Corradini invita all'evento, ma il dibattito e la polemica sui social si infiamma tra appassionati, scrittori di libri e studiosi della materia storica: “Stasera, alle 18.30, tutti davanti il computer”, scrive, “si tratta dell' "assalto" posto in essere dall'esercito Sardo - Piemontese in spregio alle regole del diritto internazionale”. 

Si parlerà dell'abbazia devastata, dell'antica farmacia diversa da quella di Trisulti, ad esempio, e poi l'escursionismo che prende sempre più piede con il percorso dei briganti. Nuove ricerche storiche saranno discusse durante i lavori, una pagina di storia da conoscere senz'altro.

Per Aurelio Scarpetta che sta per pubblicare un suo secondo libro dopo varie ricerche effettuate sul brigante Chiavone: “Vero, Ferdinando Corradini, ma i reazionari borbonici vennero pure pesantemente criticati dai pontifici (loro alleati) perché combattevano una guerra in un territorio non loro, che faceva esporre lo Stato Pontificio a simili conseguenze. Ci sono molti documenti che lo attestano”. E ancora Scarpetta, che oltre ad essere informato su ciò che hanno scritto gli altri al riguardo, ha dedicato una buona parte della sua vita a fare ricerche mirate negli archivi, dice che: “Naturalmente la maggior parte sono cose inedite rompono con la vulgata storica tradizionale. Io credo che i pontifici non amassero affatto quei chiavonisti ed ex soldati borbonici. Il Governatore di Monte S. Giovanni li definì per prima cosa: '' briganti'' (quindi la tanto vituperata parola -briganti- fu usata per primo dagli alleati e non dai cosiddetti piemontesi) e successivamente ''ladroni'', e per il loro modo di comportarsi: ''degni degli abitanti del popolo delle foreste''. Se questo non è odio!”.

Per alcuni altri invece: “I pontifici diciamo che tolleravano i briganti, anche per tenersi buoni i Borbone. L'uccisione dei monaci di Casamari, ad opera dei Piemontesi fu un eccidio ingiustificabile, commesso "in odium fidei".

Da notizie contrastanti inoltre si apprende che è iniziata, o si è già conclusa, la causa di beatificazione dei monaci assassinati. Su tutto questo il presidente Fernando Riccardi de “Le Tre Torri” e gli altri relatori, moderati da Maria Scerrato, questa sera saranno senz'altro più precisi.

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