lunedì 25 ottobre 2010

Mario Martini: Uno studioso da onorare


Nel terzo anniversario della morte di Mario Martini benemerito studioso degli Umanisti di Ciociaria

di Luigi Gulia *

Il 26 ottobre 2007 moriva in Sora, dove era nato e dove era rientrato dopo una lunga parentesi professionale nella città di Foligno, il professor Mario Martini. Per il manifesto affisso a ricordo del suo impegno di studioso e di socio del Centro di Studi Sorani, dettai che il suo nome è «iscritto nell’albo d’oro dei cittadini che hanno onorato la civiltà degli studi, con amore, fatica, gratuità di dedizione.

Il patrimonio delle sue opere è consegnato alla storia e alla cultura umanistica. Le città di Sora, Alatri, Alvito, Veroli, la terra di Ciociaria e la serafica Umbria sapranno custodire la memoria del suo intelletto e della sua “humanitas”. Suggerite dalla commozione del momento queste parole, dopo tre anni, rinnovano la gratitudine per l’instancabile lavoro da lui profuso. Ne è testimonianza la ricca bibliografia, che ha svelato al mondo accademico Domizio Palladio Sorano (Domenico Farina), Bernardino Cacciante di Alatri, Giovanni Antonio Sulpizio di Veroli, l’arcade Ubertino Carrara, il gesuita sorano autore del poema epico Columbus (Roma, 1715) che in esametri latini percorre l’avventuroso viaggio alla scoperta del Nuovo Continente.

La traduzione di Mario Martini, portata a termine nel 1992, l’anno del quinto centenario della scoperta dell’America, ha superato gli scogli della ricercatezza della lingua e delle innumerevoli allusioni a fatti e personaggi storici e mitologici del poema. Il compianto Miquel Batllori, storico tra i più autorevoli del secolo scorso, con il quale a lungo discussi dell’opera, mentre ne seguivo – verso dopo verso – l’intera elaborazione, segnalò l’acume filologico di Mario Martini, nel decifrare e commentare le incognite celate nei singoli versi.

Gli riconobbe anche il merito di aver indicato ai cultori della letteratura neolatina il superamento della frontiera cronologica del latino medievale ed umanistico, «per penetrare anche nel latino barocco e in quello che si manterrà ancora vivo durante l’Illuminismo europeo nel mondo dei giuristi e dei cultori della storia della filosofia». In un recente scambio epistolare Riccardo Scrivano, professore emerito di Letteratura Italiana nelle Università romane della Sapienza e di Tor Vergata, mi confidava di aver riscontrato nella versione del Columbus finezza di filologia e di traduzione, accingendosi anche ad accostarsi all’altra preziosa produzione sull’opera di Sulpizio Verolano. Del quale Mario Martini ha tradotto e commentato il poemetto in due libri “Il Giudizio Universale” risalente al 1506, che ha riscontro artistico nei temi della Sistina, non essendo sfuggito alla lettura e alla ispirazione di Michelangelo alle prese con la prima ideazione dell’affresco più tormentato della storia dell’arte. Molto altro si dovrebbe dire dell’amico Martini.

Le opere restano, il Centro di Studi Sorani se ne è fatto promotore ed editore. Ai docenti delle nostre scuole l’invito a non ignorarle nei loro percorsi formativi.
Sarebbe forma e sostanza di una memoria grata e continuerebbe a “rendere operosa / l’ultima pagina / del mio romanzo”, come prega per sé lo stesso Mario Martini nella poesia che chiude la raccolta postuma “Piccole cose” (2008). Una consegna di testimone alle nuove generazioni di studiosi, che – grazie a Dio – non sono né pochi né scarsi, ma una intera società politica e civile deve seriamente esimersi dall’ignorarli.

* Presidente del Centro studi sorani "Vincenzo Patriarca". Nella foto la premiazione del premio Carnello C'arte ad Arte.

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