mercoledì 6 ottobre 2010

Un libro sulle vittime dell'Aquila

L'Aquila: 'Macerie dentro e fuori'un libro ricorda gli studenti morti nel terremoto dell'Aquila.

Un libro per non dimenticare le vittime del terremoto dell'Aquila, ma soprattutto per non oscurare o archiviare le cause e le responsabilita' di un dramma che ha spezzato tante giovani vite. E' 'Macerie dentro e fuori', un libro "scritto a 28 mani", come tiene a sottolineare l'autore, il giornalista Umberto Braccili, che ha raccolto appunto la testimonianza di genitori e parenti di alcuni studenti universitari morti nella notte del 6 aprile dell'anno scorso.

Il libro e' diviso in tre parti: una in cui genitori, fratelli o amici ricordano i loro ragazzi e quella maledetta notte. Una seconda con le interviste a 13 parenti delle vittime, che denunciano il mancato allarme sulle case di burro dell'Aquila che il sisma ha piegato su se stesse, e raccontano come gli studenti, tutti fuori sede, non conoscessero la 'storia sismica' della citta', ma nonostante le scosse che si ripetevano da mesi continuavano ad essere rassicurati e a loro volta, in preda a questa sorta di 'Valium' - dice ancora il giornalista, inviato Rai in Abruzzo - tranquillizzavano i genitori preoccupati. Infine, la terza parte riporta dei documenti dedicati alla ricostruzione degli eventi a L'Aquila prima e dopo il sisma".

Vogliono giustizia queste famiglie, vogliono che i loro figli non siano dimenticati. Vogliono che qualcuno paghi per quelle case costruite male, per quelle tende mai piazzate in città nonostante le ripetute scosse e che potevano essere rifugio per gli studenti fuori sede. Vogliono sapere perché, nonostante l’avvicinarsi delle festività pasquali e l’intensa attività sismica di quei giorni, non è stata chiusa l’Università e non sono stati invitati i ragazzi a tornare a casa. Anzi, in quei giorni, vi erano sessioni d’esame e lezioni. Molti sono morti per non perdere quella lezione, o per non saltare quell’appello. Sono morti per “adempiere” al proprio dovere, anche per questo l’Associazione chiede che vengano riconosciuti come “vittime del lavoro”.

Il ricavato del libro sara' utilizzato per la battaglia legale che i famigliari delle vittime stanno portando avanti, e per un progetto che prevede l'istituzione di borse di studio per studenti universitari meritevoli.

* Sora 2 ottobre 2010. Massimo Di Vito.

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