MARRAZZO E MATTEI, I VOLTI DEI CORSI DI CAFFETTERIA TARGATI REAL CAFFE’ *
Ha avuto inizio l’estate scorsa la collaborazione tra la realtà del Real Caffè Moka Sir’s e la Biosì Indexa Sora: la storica torrefazione associò pubblicamente il proprio prestigio e il proprio brand alla società di patron Giannetti per il suo primo anno di SuperLega, e il club volsco ripaga questa fiducia promuovendo attivamente i progetti del proprio
partner commerciale. Difatti, Real Caffé organizza presso la propria
sede di Frosinone seminari di Latte Art, Caffetteria base e Coffee experience.
I partecipanti hanno l’opportunità di apprendere da esperti docenti le varie
tecniche per ottenere una perfetta montatura del latte, per produrre ottimi
caffè e specialità con il “nero nettare”. E così, nei locali frusinati dello
sponsor, in via Selci 47, il palleggiatore Federico Marrazzo e il centrale
Andrea Mattei hanno prestato i loro volti come speciali “padrini” dei corsi
targati Real Caffè.
I due giovani atleti
bianconeri sono stati protagonisti di una mattinata in compagnia degli allievi
della caffetteria e, grazie al supporto dei docenti presenti in loco, hanno
realizzato caffè, versioni alternative con panna, schiuma di latte, cacao e
deliziosi cappuccini. Per i giocatori della serie A è stato divertente cimentarsi
con i macchinari a loro disposizione, creare gustose bevande e assaporarle con
staff e studenti, i quali, attraverso le capacità dei loro tutor potranno anche
apprenderanno le tecniche per eseguire decorazioni su cappuccini, nonché
manutenzione delle attrezzature.
I corsi di Latte Art sono tenuti da insegnanti qualificati, in collaborazione con i Laboratori del Gusto e la Planet One, come spiega il consigliere delegato Paolo Reali:
"Questi sono corsi
aperti prevalentemente a chi si approccia a questo lavoro per la prima volta,
per quanto riguarda la caffetteria base. Ci sono poi anche percorsi di
miglioramento, come il latte art, per chi già svolge questa professione da
tempo e vuole affinarsi ed offrire maggiore scelta ai clienti con prodotti
caldi, panna, topping o altro ancora. Chi vuole iniziare questo mestiere
deve passare per una caffetteria base, per i veterani invece ci sono vari
livelli. C'è il latte art, ci sono i cocktail a base di caffè, frutta e
quant'altro, e poi ci sono anche corsi di bar manager in collaborazione con la
Planet One di Sora. E' il primo anno che collaboriamo con l'Argos Volley,
ma siamo felici di aiutare la famiglia Giannetti, che oltre ad essere il patron
della società è anche imprenditore del territorio. Anche il prossimo anno,
sicuramente, vedrà i nostri colori legati a quelli del club pallavolistico, in
virtù di un proficuo viaggio assieme di cui entrambi stiamo assaggiando i
frutti e che cercheremo, dispiegando tutte le nostre forze, di rendere ancora
più interessante".
Real Caffè Moka Sir's è sempre stata una società attenta allo sport: negli anni si è occupata di basket, calcio, motociclismo, boxe e quest’anno ha fatto il suo grande ingresso nel mondo della pallavolo, rendendo orgogliosa la famiglia della Biosì Indexa di una partnership così importante e che, con la propria presenza a sostegno visivo per i suoi seminari, spera di onorare, pensando già al futuro più prossimo.
Real Caffè Moka Sir's è sempre stata una società attenta allo sport: negli anni si è occupata di basket, calcio, motociclismo, boxe e quest’anno ha fatto il suo grande ingresso nel mondo della pallavolo, rendendo orgogliosa la famiglia della Biosì Indexa di una partnership così importante e che, con la propria presenza a sostegno visivo per i suoi seminari, spera di onorare, pensando già al futuro più prossimo.
Sora 8 Marzo 2017. Cristina
Lucarelli – Biosì Indexa Sora.
FEDERICO MARRAZZO, IL PALLEGGIATORE CHE TIFA ROMA E SOGNA LE OLIMPIADI
E’ arrivato lo scorso anno a
Sora, quasi in punta di piedi, per poi diventare presto l’idolo dei ragazzini
nelle scuole e il preferito di molti sugli spalti: Federico Marrazzo, il
palleggiatore romano oramai noto per il servizio insidioso e, perlomeno nella
passata stagione, per il codino che imperversava negli istituti del
comprensorio e che quest’anno ha lasciato il posto ad un taglio più spettinato.
Marrazzo è giovanissimo – classe 94 – e ha mosso i primi passi nella pallavolo
che conta proprio qui in terra volsca, dopo le giovanili fatte a Ostia e la B2
a Roma. Al suo primo anno in SuperLega, con la divisa bianconera della Biosì
Indexa Sora, ora tocca al regista spiegarci chi è Federico.
Raccontaci in poche parole
chi è Federico Marrazzo.
“Federico Marrazzo è un
ventiduenne socievole, che ama molto parlare con gli altri, farsi nuovi amici.
Arriva dalla con il sogno di continuare a fare della pallavolo la sua
professione e con la passione per la “magica” – la squadra di calcio della A. S.
Roma – e per Totti!”.
E’ il tuo secondo anno qui a
Sora, come ti trovi?
“Assolutamente bene, sia
dal punto di vista lavorativo che per l’ambiente che viviamo anche al di fuori
del palazzetto. Dallo scorso anno abbiamo fatto un bel salto di qualità che ha
investito tutti e, personalmente, mi sento molto maturato, sia dal punto di
vista tecnico, sul gioco, che caratterialmente”.
“Mi sono avvicinato al
volley un po’ per caso, in realtà. Giocavo a calcio, all’epoca, anche se ho
praticato vari sport: ad esempio, all’età di 6 anni mia madre mi costrinse a
fare nuoto, un po’ come funziona per tutti i bambini; poi è arrivato il karate
e quindi il calcio, di cui ero innamorato. Il mio ruolo era quello del
portiere, essendo già molto alto; ebbi però un problema alla schiena e dovetti
mollare. L’ortopedico mi diede due opzioni per continuare a fare sport, o il
basket o la pallavolo. La pallacanestro mi piace molto, ma quella oltreoceano,
e così privilegiai il volley: sono però molto felice della mia scelta, perché è
diventata la mia vita, sebbene all’inizio ebbi qualche drammatico dubbio sulla
mia identità in campo. Tutti volevano che facessi il palleggiatore, ma come
ogni ragazzino, io volevo schiacciare, attaccare, però i miei allenatori sono
stati bravi a farmi perseguire la strada giusta”.
Qual è stato il coach da cui
hai più appreso durante questi anni?
“Dai miei allenatori ho
sempre imparato qualcosa di importante; sicuramente ai due coach delle
giovanili devo molto: a Lorenzo Di Bello di avermi introdotto in questo mondo
all’età di 14 anni e poi a Massimiliano Giordani, della selezione regionale,
che mi rimarrà sempre nel cuore. Un ringraziamento, però, ci tengo a farlo
anche a Fabio Soli e Bruno Bagnoli che mi hanno fatto maturare tanto”.
Qual è il compagno che ti è
stato più da esempio?
“Certamente un mio
collega della B2, sebbene fosse per me un esempio dal punto di vista
caratteriale e non tecnico. Quando c’era un problema in campo era sempre lui a
risolverlo; aveva una personalità molto carismatica e mi piace definirlo una
“persona con gli attributi””.
Racconta il ricordo più
bello legato al volley.
“La pallavolo mi ha
regalato sempre bei momenti, ma quelli che ricordo con più emozione sono tre:
il primo trofeo provinciale che ho vinto da piccolino con la società Roma 12,
grazie alla nostra under 14; sicuramente la selezione regionale e poi, in
ultimo, la soddisfazione più grande e ossia la promozione in massima serie”.
Come si svolge la routine di
un professionista?
“La nostra è una
quotidianità difficile, forse a tratti noiosa quando si è molto giovani, perché
la vita sociale ne risente un pochino: magari, da ragazzini, non si sopporta
bene il fatto di non poter uscire il sabato perché la domenica si gioca, ma
crescendo si imparano altri valori più importanti. Lo spirito di sacrificio, la
voglia di mettersi in gioco, di mettersi alla prova, il bisogno di lavorare
sodo per poter proseguire nel percorso professionale e raggiungere un
obiettivo: tutti valori che si riscontrano non solo nella vita di un atleta, ma
che sono fondanti per la routine di ciascuno di noi. Qualche rinuncia va fatta
anche a tavola: io, personalmente, seguo una dieta adatta al mio dispendio
energetico, ma una tantum anche noi professionisti possiamo concederci uno
sgarro! Le nostre giornate sono molto piene, alcune prevedono doppie sedute di
allenamento, abbiamo impegni extrasportivi da portare avanti, ma tutto
contribuisce alla crescita esponenziale delle nostre personalità, fuori e
dentro il rettangolo di gioco”.
Cosa fai nel tempo libero?
“Sono un malato di serie
tv, quando ne inizio una devo finirne la visione nel giro di pochissimo tempo,
per cui resto attaccato al computer o al televisore, e il mio compagno di
stanza Lucarelli lo può confermare. La mia serie preferita è Weeds, poi mi è
piaciuta molto anche Prison Break e adesso sto riguardando un evergreen che è
How met your mother. Nel tempo libero, inoltre, cerco di informarmi molto, a
iniziare dall’ambito sportivo per poi allargare i miei interessi in altri
campi. Ultimamente, poi, ho messo su un orticello sul mio balcone, a cui mi
dedico particolarmente: mi appassiona e mi rilassa”.
Hai un soprannome?
“Qui a Sora mi hanno
soprannominato Chicco, anche se contro la mia volontà, nomignolo che mi ha
attribuito lo speaker Pietro Di Alessandri. In squadra, invece, mi chiamano
“botulino” per via delle labbra carnose che ricordano i canotti al silicone!”
Un pregio e un difetto di
Federico.
“Un mio difetto è la
testardaggine, mentre un pregio è l’essere molto bravo in cucina!”
Sogno nel cassetto.
“Assolutamente le olimpiadi”.
Sora 7 Marzo 2017. Cristina Lucarelli.
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