martedì 1 giugno 2010

Un tè al Museo Archeologico dell’Abbazia di Casamari


Si inaugura il 5 giugno alle ore 17,00 la seconda edizione de “Un tè al Museo Archeologico dell’Abbazia di Casamari”, un’iniziativa ideata dall’Associazione "Latium Adiectum" in sinergia con i monaci cistercensi dell’abbazia di Casamari (Veroli-FR) per avvicinare in modo leggero e piacevole alla storia, all’archeologia e alla storia dell’arte un pubblico eterogeneo e non necessariamente di “addetti ai lavori”. Anticamente tempio sacro alle Muse, protettrici delle arti e delle scienze, il museo, luogo della mente e della memoria, della sapienza e della bellezza, per quattro sabati consecutivi diventerà a Casamari una suggestiva location per tutti coloro che vorranno fare una passeggiata tra i reperti dell’antica città di Cereatae Marianae, due chiacchiere su un tema ispirato da alcune opere in esposizione e per concludere un piacevole pomeriggio culturale…tè e pasticcini! La partecipazione è libera e gratuita.

5 Giugno: Cinzia Mastroianni, “L’estetica del silenzio. Lo spirito dell’arte cistercense svelato dalle fonti storiche”. Chiunque visiti un’abbazia cistercense di età medievale non contaminata da più tarde e avulse superfetazioni, può testimoniare come la prima e più forte suggestione visiva avvertita entrando negli ambienti monastici sia dominata da un essenzialismo formale a volte tanto radicale da suscitare quasi un senso di vuoto: un’architettura semplice, lineare e minimalista; scultura e pittura ridotte allo stretto necessario; suppellettile liturgica realizzata con materiali poveri.

E tutto questo mentre contemporaneamente in tutta Europa, tra XII e XIII secolo, esplodeva l’arte gotica, fatta di esasperati verticalismi, di luci e colori baluginanti da immense vetrate istoriate o da pitture murali, oreficerie costellate di preziosissime pietre, sculture proliferanti in ogni dove. Una scelta estetica decisamente controcorrente, dunque, quella operata dai “monaci bianchi”, per comprendere la quale ci aiuteremo, passeggiando tra gli ambienti dell’abbazia di Casamari, ascoltando le testimonianze di alcuni personaggi dell’epoca tramandate dalle fonti letterarie.

12 Giugno: Maria Giudici e Andrea Melone, “La voce delle donne. Il mundus muliebris a Cereatae”. Una parte della critica storica ritiene che la società romana abbia avuto una voce sostanzialmente maschile. I libri celebrano le gesta di grandi imperatori o valorosi generali ma quando ricordano le donne di Roma, lo fanno incensando le loro virtù, consone al “mos maiorum”, stigmatizzate in un modello matronale ideale esaltato soprattutto dalla propaganda di età augustea. Virtù consone all’ambito domestico (“domestica bona”), al ruolo di moglie e madre. La matrona doveva essere “casta, domiseda, lanifica, pudica” ma, qualora avesse desiderato arricchire il proprio fascino, avrebbe dovuto chiedere il permesso del marito per usare “gioielli d’oro e porpora a profusione”. Di contro, colei che non avesse rispettato tale “modus vivendi”, di certo avrebbe rischiato di essere ricordata per la propria “depravazione”, come si rintraccia in alcune fonti storiche.
A Casamari le donne non parlano, oscurate dalla fama di grandi personaggi come Caio Mario, ma “bisbigliano” attraverso gli oggetti di uso quotidiano conservati nel museo, che raccontano qualcosa di questo silenzioso ma affascinante mondo al femminile: la maternità, la devozione religiosa, le attività domestiche, la cura della persona. A completare il quadro saranno chiamati alcuni autori classici, da cui si leggeranno interessanti e talora alquanto piccanti brani.

19 Giugno: Brunilde Mazzoleni, Santi e barboni: Serodine come Caravaggio.
Sulla scia delle celebrazioni in occasione dei 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1610), si vuole porre l’accento sul nutrito e vivace movimento che da lui prese le mosse: il Caravaggismo. La Pinacoteca del Museo Archeologico di Casamari conserva una preziosa tela eseguita dal pittore asconese Giovanni Serodine “meteora tra i caravaggisti”.
“L’elemosina di San Lorenzo” (1626), ritenuto uno dei massimi capolavori del Serodine, sarà lo spunto per ripercorrere le tappe della breve ma copiosa attività dell’artista che da Ascona, città ticinese da cui proveniva, approdò nella Roma di Caravaggio. L’incontro sarà occasione per riscoprire un pittore a lungo in oblio e per godere della visione di un’emozionante capolavoro, prova della sorprendente capacità di cogliere la versione più segreta ed intima del linguaggio caravaggesco, qualità per la quale il Serodine fu unanimemente riconosciuto dalla critica come il più convincente tra i seguaci del Merisi.

26 Giugno: Fabio Sigismondi, Il restauro della collezione archeologica del Museo di Casamari. L’attuale allestimento espositivo in opera presso il Museo di Casamari – e la sua direzione, nella persona della dott.ssa Maria Romana Picuti – valorizzano molto gli interventi di restauro condotti negli ultimi anni sull’intera collezione archeologica; la sinergia attivatasi tra don Alberto Coratti e la dott.ssa Sandra Gatti, funzionario di zona della Soprintendenza Archeologica del Lazio, ha restituito alla fruizione pubblica un giacimento archeologico di notevole significato ed interesse. L’attività della ARSLABOR RESTAURO di Fabio Sigismondi e Josefina Marlene Sergio – società da oltre un decennio impegnata nel campo del restauro archeologico - si è inserita nel concreto progettuale ed espositivo del contenitore museale, nell’intento di restituire segni e significati ad ognuno dei manufatti sottoposti a recupero.

In questo senso, durante le operazioni condotte è stato dato ampio spazio a indagini sui materiali costitutivi e sulle tecniche di manifattura, al fine di restituire elementi anche di tipo “filologico”, certamente utili per la costruzione di un rapporto tra i reperti – di varia e articolata provenienza – e il bacino territoriale di residenza. www.lactiumadectium.it

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